16.01.2020

Con Simone Moro sull'Himalaya: una quarta settimana ricca di insidie. Ecco le foto più emozionanti

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Con Simone Moro sull'Himalaya: una quarta settimana ricca di insidie. Ecco le foto più emozionanti

Gasherbrum 2019/2020, quarta settimana di missione himalayana con Simone Moro, alpinista di fama internazionale da quest'anno Ambassador del Gruppo Autotorino, e Tamara Lunger. Il meteo ha riservato giornate di freddo intenso e un tempo che, a tratti, ha iniziato a mettere alla prova gli accampamenti e le forze della spedizione. Ma si è andati avanti, riportando nuove ed emozionanti immagini.

 

L'imprevedibilità dell'Himalaya nel racconto di Simone Moro

Il racconto di un duro lavoro giunge dal Campo Base del Gasherbrum attraverso i periodici aggiornamenti che Simone Moro e Tamara Lunger diffondono via Telegram, accompagnate dalle intense immagini di Matteo Pavana e Matteo Zanga. Il 10 gennaio, Simone racconta di una mattina molto fredda a -31 gradi, mitigata dall’arrivo del sole in un cielo terso. “Per il terzo giorno consecutivo abbiamo coperto 10 chilometri di movimento tra crepacci e seracchi, estenuante e a tratti mortificante. Oggi ho spinto al massimo in cerca dell'ultimo passaggio che alla fine ci avrebbe portato sull'altopiano sopra il ghiacciaio, riusciamo ancora a rubare qualche centinaio di metri attraversando pericolosi ponti di ghiaccio, saltando crepacci, consumando nervi e fegato per avanzare. Alla fine, gli sforzi sembravano ripagare, ma non eravamo pronti per la sorpresa finale!” “Ormai in vista dell'altopiano, un crepaccio gigantesco e molto profondo ha bloccato la nostra strada e la probabile gioia. Ho cercato il punto più stretto per valutare un possibile salto, ma la distanza era ancora troppo grande. Abbiamo vagato per mezz'ora alla ricerca di un'alternativa, ma non siamo riusciti a trovarla. L'unica soluzione possibile è una scala metallica di 3 metri che ricordo di aver visto al campo base vicino al campo militare nel mezzo del ghiacciaio ‘Abruzzi’. Quindi siamo tornati di nuovo al campo base e domani marceremo per 8,5 km per recuperarla e per poi portarla a spalla attraverso crepacci e seracchi fino a posarla per superare quell'ultimo crepaccio”.

 

L'ultima insidia

Dopo alcuni giorni di maltempo e forte vento, finalmente la marcia riprende regalando alcune suggestive fotografie del plenilunio e dei labirinti di ghiaccio attraverso cui si sono snodati alcuni tratti. Ed infine un fuoriprogramma tanto impressionante quanto miracoloso: un enorme fronte nevoso si è distaccato scivolando lungo un intero pendio, per fermarsi a pochi metri dai piedi di Simone e Tamara. Illesi ed increduli, hanno documentato nuovamente l'accaduto con le loro parole e fotografie che parlano da sole.

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